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La pedagogia del senso critico di Gianni Rodari

 

La pedagogia del senso critico di Gianni Rodari

di Donatella Manna

Gianni Rodari nasce ad Omegna, sul lago d'Orta, il 23 ottobre 1920. Rimane orfano molto presto: il padre muore quando Rodari ha 10 anni. Gianni Rodari ha avuto un percorso scolastico particolare: inizia il ginnasio per poi passare alle magistrali dove consegue il diploma. A scuola, secondo accreditate testimonianze, Rodari si distingue per l'attenzione e la partecipazione ed è sempre il primo della classe. S’iscrive alla facoltà di lingue ma, dopo aver sostenuto alcuni esami,abbandona gli studi e non si laurea.  Quando l'Italia entra in guerra, nel 1940, Rodari viene dichiarato inabile e quindi non fu richiamato alle armi. Nel 1941 vince il concorso per maestro e incomincia la sua carriera alle scuole elementari come supplente. La guerra è un periodo molto duro: Rodari accetta di lavorare nella Casa del Fascio per sopravvivere e tirare avanti. Subito dopo la caduta del fascismo si avvicina al partito comunista, partecipando alle lotte della Resistenza. Una volta terminata la guerra, viene chiamato a dirigere il giornale "Ordine Nuovo", nel 1947 diventa primo cronista del "Unità", poi capocronista ed infine inviato speciale.

Nel 1958 Gianni Rodari lavora a "Paese Sera" e finalmente realizza quello che è il suo sogno della sua vita: affiancare al lavoro di giornalista l’attività di scrittore per l’infanzia. Nel 1960 incomincia a pubblicare per Einaudi e la sua fama si diffonde in tutta Italia. Nel 1970 vince il Premio Andersen, il più importante concorso per la letteratura dell'infanzia, che lo renderà famoso in tutto il mondo. Nel 1974 si impegna nel rilancio del Giornale dei genitori. La morte lo coglierà il 14 aprile 1980, in seguito ad un intervento chirurgico.

Rodari può essere facilmente scambiato per uno scrittore semplice che inventa filastrocche da recitare a memoria  per ridere e  giocare. In realtà il suo stile unico affascina le menti sia dei bambini che degli adulti, ma ovviamente in maniera diversa. Per i bambini è possibile abbracciare un intero universo fatto di logica, di buon senso, di democraticità, di eguaglianza sociale, di antirazzismo, di simpatia; allo stesso tempo essi imparano a esprimersi in modo corretto sul piano grammaticale, perché è molto più semplice memorizzare una regola se associata ad una filastrocca divertente che non studiarla in modo arido e rigido a scuola.

Per arrivare ai bimbi, Rodari comprende che deve innanzitutto dialogare con i genitori, le cui ordinarie preoccupazioni (tasse , licenziamenti, bassi salari) possono giocare un ruolo negativo nel processo di sviluppo dei figli. Rodari fu infatti sempre dalla parte  dei perdenti, dei nullatenenti, degli emarginati e ne colse profondamente le difficoltà.

L'attivismo e la creatività di Rodari si manifestano in una battaglia contro i preconcetti, gli oscurantismi e le ideologie pedagogicamente conservatrici. Egli si oppose alla rigidità della scuola tradizionale, al grigiore delle aule e cercò di percorrere strade nuove, stimolando la creatività dei bambini raccontando loro storie fantasiose. Rodari usava la tecnica del “binomio fantastico” che consisteva nell’associare casualmente  due termini e nel costruire una storia che li unisse.  Uno degli elementi che caratterizzò il pensiero di Rodari fu la giocosità dell’insegnamento. A questo proposito Rodari scrisse un libro dedicato agli errori di ortografia visti come potenzialità espressive e non come peccati da bacchettare.

Spesso Rodari leggeva i propri scritti ai ragazzi, attento a cogliere reazioni, commenti, suggerimenti, risate e tenendo conto di eventuali critiche o modifiche suggerite dai ragazzi stessi. Il bambino per Rodari è degno di rispetto,deve poter esprimere le proprie idee e la sua libertà di espressione deve poggiare sull’autonomia. Il bambino, posto di fronte alla realtà, deve essere messo in condizione di sviluppare il proprio senso critico. La scelta pedagogica compiuta da Rodari fu in antitesi con il clima dell’epoca e considerata come “pedagogia di rottura”. Non dimentichiamo che negli anni ’50 il Pioniere, diretto da Rodari, veniva bruciato in piazza.  Durante il ’68 Rodari vive con partecipazione la rivolta degli studenti,riconoscendogli il merito di aver messo in crisi una scuola di carattere autoritario. L'opera del grande scrittore e maestro italiano precorre i tempi e dà a bambini ed adulti di oggi una chiave per capire il mondo e una direzione da seguire. Gianni Rodari è leggibile a più livelli: parla direttamente all'infanzia, ma, oltre ad un livello bambino, c'è un livello adulto di lettura: ad esempio, il famoso racconto Il Pozzo di Cascina Piana è considerato da molti metafora dello spirito della nostra Costituzione.

Siamo di fronte a una pedagogia che non vuole rimanere nel chiuso della teoria, ma vuole rendersi operativa nella società, nelle diverse istituzioni. Rodari è stato un educatore, ha voluto esserlo, ha scandito la sua carriera nell’articolazione delle molte facce dell’educazione. Innanzitutto è un educatore dell’infanzia. Ha scritto per l’infanzia. Ma l’infanzia non viene separata dalla società in generale. Questo è un punto estremamente prezioso della sua pedagogia. Rodari è stato anche un educatore degli adulti. Nella sua “Grammatica della fantasia” si rivolge agli insegnanti, invitandoli a considerare l’errore come stimolo positivo. E nel suo “Giornale dei genitori” si pone come interlocutore critico e formativo nei confronti dei genitori. Rodari è riuscito, come scrittore ma anche come intellettuale impegnato nella vita politica e sociale, a dare una marcia in più alla letteratura per ragazzi. L’attualità di Rodari si coglie anche nelle posizioni che egli ha preso nei confronti della scuola, della famiglia,dell’organizzazione sociale in genere. È contro la scuola autoritaria, ma al tempo stesso è contro la scuola facile. La scuola deve essere formativa,deve dare ai bambini conoscenze solide e una solidità morale civile. Deve insegnare a praticare le grandi virtù, come il coraggio, la solidarietà, la dignità umana, ma non deve mai trascurare le ‘piccole virtù’ come la gentilezza e le buone maniere.

Anche l’arte è vista da Rodari come uno strumento pedagogico di crescita personale e sociale e sostiene che occorre da un lato installare le opere d’arte in forma permanente nelle piazze, nei giardini, nelle rotatorie e dall’altro formare le nuove generazioni con  attività laboratoriali, in cui la produzione di oggetti artistici si intrecci a proposte ludiche.

Appare evidente che Gianni Rodari è da considerarsi uno scrittore e un pedagogista straordinario e, vista la sua modernità, vale la pena di conoscerlo attraverso le sue opere. La sua produzione letteraria è vasta e interessante e mi permetto di suggerire qualche titolo, giusto per iniziare.

Io inizierei con Favole al telefono, una raccolta di storie raccontate dal ragionier Bianchi, rappresentante sempre in giro per lavoro. Ogni sera alle 21, per sopperire all’assenza da casa, il ragioniere telefona alla sua bambina e inventa per lei una favola diversa, accompagnando il suo sonno con una buonanotte telefonica dolce e fantasiosa.

Abbiamo detto che molti dei suoi libri sono apprezzati anche dai “grandi”, sebbene dedicati all’infanzia, dunque consiglio agli adulti la favola Il pianeta degli alberi di Natale in cui l’ economia è basata sul dono. Nessuno diventerà più ricco ma soprattutto nessuno sarà mai più povero.

Per chi ama gli animali,in particolare i gatti, segnalo  Gli affari del signor Gatto: l’autore aveva un debole per i gatti e il suo progetto ,rimasto incompiuto per via della sua morte ,era quello di un intero volume di storie, poesie, disegni a loro dedicato.

Se invece siete appassionati di scrittura e curiosi di capire come si scrive o si sviluppa una storia fantastica, vi consiglio la Grammatica della fantasia.

Da leggere è anche il volume Filastrocche in cielo e in terra in cui invita tutti noi, grandi e piccini,a non sentirci mai inadeguati o inferiori agli altri ma a credere nei nostri sogni, nel domani e in noi stessi.

Buona lettura a tutti noi.

 

martedì 13 ottobre 2015

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