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AGGRESSIONE XENOFOBA A MESSINA. NECESSARIO LAVORARE SU INFORMAZIONE E PRATICHE INTERCULTURALI

Scritto da il 17 Settembre 2021

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della cooperativa sociale UTOPIA di Milazzo, nata nel 1984. Da anni la coop. si occupata di diverse tipologie di servizio, tutte attinenti al settore dei servizi sociali. A Messina gestisce un punto di accesso ai servizi per i profughi che vivono nella strutture d’accoglienza e ha denunciato un’aggressione xenofoba ai danni di un ragazzo gambiano che frequenta lo sportello nel centro polifunzionale “I’m”.

 

«Non mi sento più al sicuro», sono le parole pronunciate da M. (non scriviamo il suo nome per motivi di privacy), uno dei due ragazzi gambiani aggrediti due giorni fa a Messina mentre si recavano a giocare una partita di calcetto con amici. Un frammento di vita normale spezzato da un incontro con le persone sbagliate.  Una madre dice al bambino, passandogli accanto, «vedi l’uomo nero? » e P., che conosce bene l’italiano e sa che cosa il nostro immaginario cuce dietro queste due parole, risponde «non siamo tutti cattivi, signora», con il sorriso sulle labbra, racconta ad uno dei nostri operatori. Il marito a quel punto va in macchina, prende un coltello e glielo punta alla gola, inizia così una colluttazione.

P. è un beneficiario dello sportello – il PAS (Punto di Accesso ai Servizi) – che gestiamo presso il Centro Polifunzionale I’m, ha vissuto in una delle nostre strutture d’accoglienza perciò conosciamo i motivi per cui si trova in Italia, la sua allegria e forza d’animo. Sappiamo che lavora e che sta vivendo finalmente quegli anni della sua gioventù che non ha conosciuto nel suo paese d’origine.

L’ aggressione razzista e xenofoba avvenuta a Messina non è un caso isolato, è la spia, sempre meno intermittente, di un clima frutto di un dibattito politico e uno modo di fare informazione in cui parole, toni e argomentazioni incitano all’odio, quindi alla violenza.

Il presidente di Utopia si rammarica del silenzio delle istituzioni locali e continua così:

 L’accaduto necessita di una ferma denuncia sociale. Dal 2019 abbiamo avuto modo di entrare in contatto con gli utenti del PAS, facilitando il loro accesso ai servizi (dall’agenzia delle entrate alla asl) in unico spazio, il Centro I’m in Via Felice Bisazza, che rappresenta un fondamentale punto di incontro e sinergia fra il privato sociale e le istituzioni. Potrebbe partire da qui un rinnovato impegno degli attori sociali e istituzionali a lavorare sull’informazione e su pratiche interculturali in ogni dimensione sociale, pratiche che per noi sono pane quotidiano ma ancora per troppi sono un bene sconosciuto.

 

 

 


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