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Enrico Ruggeri intervistato in esclusiva da Francesco Anania

Scritto da il 14 Aprile 2019

Enrico Ruggeri, cantautore, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico, vincitore di due edizioni del Festival di Sanremo – nel 1987 con “Si può dare di più” e nel 1993 con “Mistero”, in occasione del concerto in acustico con il nuovo album “Alma” nel teatro Mandanici di Barcellona P.G., è stato intervistato, in esclusiva, dallo speaker radiofonico e conduttore TV Francesco Anania con le telecamere di AM.

Hai parlato di scommessa. Secondo te è una scommessa vinta questa?

«Sì perché si tratta di una tournée particolare. Viviamo periodi in cui la gente crede di andare a vedere dei concerti e in realtà sente un computer che parte e molti che mimano, questo è un concerto assolutamente diverso. Sul palco pochi musicisti proprio perché si cerca di andare alla radice della poetica delle canzoni».

“E le nostre vite cambiano

Un perenne mutamento che nasce con noi

Le nostre vite passano

Apparentemente poco resta di noi.

Come frasi che hai scritto in spiaggia

Come lacrime nella pioggia”

(Come lacrime nella pioggia)

Sei riuscito a trasformare il Mandanici in un salotto.

«Sì, l’obiettivo era proprio quello. Eravamo tutti molto vicini al pubblico, c’erano poltrone, lampade. Si è voluto ricreare un salotto di casa con gli amici che vengono a conversare e a sentire musica».

Da Contessa ad Alma. Com’è cambiato Enrico Ruggeri in questi anni?

«Mi piace pensare di aver ancora molto da dire. Sono una persona curiosa, magari un po’ irrequieta, che ama raccontare storie e lo fa con la canzone, con la televisione, con la radio… Però in fondo lo faccio perché credo che la vita sia spettacolare e vada raccontata».

Tu sei anche un po’ siciliano. Che ambiente hai trovato qui?

«Sono di Marsala, insomma lo erano i miei. Beh l’ambiente è bello, si sta bene e si mangia bene. Lo dico sempre: quando trovo un siciliano magro gli stringo la mano perché non è facile non ingrassare qui, dall’antipasto al dolce va tutto bene quindi vengo volentieri!».

Ma Enrico Ruggeri che cosa vuole fare da grande?

«Ma non lo so, in realtà grande un po’ lo sono. Mi piacerebbe che questo momento magico che dura da quando avevo 20 anni non si arresti. Ho sempre pensato: Chissà se dura fino a 30 anni o a 40. E poi sono arrivati anche i 50 e i 60 quindi continuo a dire: Speriamo che vada avanti più a lungo possibile».

Abbiamo una telecamera e un microfono. Vuoi fare un saluto ai nostri amici siciliani?

«Sì, certo. Finalmente sono arrivato in Sicilia in teatro perché in Sicilia si viene sempre d’estate e quindi son contento di esserci venuto e di non essermi preoccupato della pioggia. In genere in estate ti preoccupi, chiedi se il palco è coperto, invece sono arrivato in teatro ma sono sicuro che quest’estate ci vedremo e ci divertiremo con un con certo completamente diverso da questo!».

Con gli occhi bene aperti

Chiediamo un po’ d’amore

Alla persona che vorremo fare rimanere

E ci facciamo male

Se la pressione sale

Poche parole ci precipita il morale

(Mistero)

Un concerto pop e raffinato, quello tenuto nel teatro Mandanici di Barcellona P.G., in sintonia assoluta con la platea che, sulla chiusa siglata da “Contessa”, si è riversato sotto il palco.

Sound ed emozioni incorniciate da luci, voce e musica con intermezzi di dialogo diretto.


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