Traccia corrente

Titolo

Artista


Ieri giornata internazionale del coming out 2020

Scritto da il 11 Ottobre 2020

La Giornata Internazionale del Coming Out si è celebrata ieri in molti paesi.

Anche se l’Italia non è tra questi, molte associazioni LGBT italiane sottolineano l’importanza del “venire allo scoperto”, incoraggiando giovani e meno giovani a dichiararsi, ciascuno con i propri tempi, le proprie modalità e secondo le proprie necessità. 

Comunemente ogni anno per questa ricorrenza si organizzano degli eventi al chiuso per discutere, dibattere, visionare qualche proiezione sul tema. Quest’anno non è come gli altri. Il coronavirus ci costringe a limitare alle urgenze le riunioni al chiuso, ed anche per le urgenze cerchiamo di restringere le presenze allo stretto necessario. Il senso di responsabilità che ci distingue, ci porta a non attuare comportanti che possono mettere a rischio l’incolumità di chiunque. Per questo Arcigay Messina Makwan preferisce augurare a tutta la comunità LGBT+, un buon Coming Out Day usando anche le parole di Alessia Cuccurullo. Ricordiamo a tutt* che l’associazione è sempre presente sul territorio per sostenere tutt*

—-

Per saperne di più

Il Coming Out Day si è tenuto per la prima volta negli USA l’11 ottobre 1988. L’idea di celebrare il coming out con una ricorrenza apposita fu lanciata da Robert Eichberg, psicologo del New Mexico, e Jean O’Leary, politico ed attivista LGBT di Los Angeles, durante il laboratorio “The Experience and National Gay Rights Advocates”. La data fu scelta in quanto si trattava del primo anniversario della seconda marcia nazionale su Washington per i diritti delle lesbiche e dei gay, tenutasi appunto l’11 ottobre 1987.

La prima celebrazione si è tenuta nella sede della National Gay Rights Advocates a West Hollywood, California, alla presenza di 18 degli stati che compongono gli USA e dei principali media nazionali. La seconda edizione si è spostata a Santa Fe, New Mexico, con la partecipazione di 21 stati.

Grazie all’ampia copertura mediatica riservata all’edizione del 1990, a partire dalla quale ha iniziato a dare il suo importante contributo la Human Rights Campaign, la celebrazione del “Coming Out Day” si è estesa all’intero territorio statunitense con la partecipazione ulteriore di altri 7 paesi.

Il termine “Coming out” viene immediatamente identificato con il mondo LGBT (Lesbico, Gay, Bisex e Trans), e in effetti “Coming out” è l’abbreviazione dell’espressione anglosassone “Coming out from the closet”, ovvero, letteralmente, “venire fuori dall’armadio”, concetto solitamente riferito alla rivelazione della propria omosessualità da parte di persone LGBT+. Concetto che, spesso, viene anche confuso con il termine “outing”, che indica invece qualcosa di totalmente differente: se fare coming out, infatti, vuol dire esprimere e mostrare in maniera libera e sincera una parte molto importante della propria identità, fare outing su qualcuno, dichiarandone, per restare in tema, l’omosessualità, costituisce una violenza nei confronti di quella persona, perché equivale rivelare pubblicamente un aspetto così importante senza il consenso del diretto interessato. È un po’ come quando, da ragazzini, si fumava di nascosto e qualche compagno lo ha detto per errore ai genitori. Ecco, la sensazione è un po’ quella, ma amplificata notevolmente.

 


Opinione dei lettori

Commenta