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Il 20 marzo 1994 veniva uccisa Ilaria Alpi: indagava su rifiuti tossici e traffici d’armi tra Italia e Somalia

Scritto da il 20 Marzo 2021

Il 20 marzo 1994, la giornalista del TG3 Ilaria Alpi è stata uccisa in Somalia insieme all’operatore Miran Hrovatin di Videoest di Trieste. Faceva le domande giuste.

Fu il suo settimo viaggio in Somalia, avrebbe messo la parola fine alla lunga indagine sui rifiuti tossici e sui traffici d’armi che legava l’Italia alla Somalia.

https://biografieonline.it/biografia-ilaria-alpi

Sul caso Alpi – Hrovatin, scrive la giornalista Lucia Guaranao:

“Oggi si conoscono quasi tutti i dettagli del caso, Quanto accaduto prima e dopo l’agguato, si conoscono relazioni e posta in gioco […]. Ilaria stava indagando su un presunto traffico internazionali di armi e rifiuti nel quale erano coinvolte anche società italiane e settori della cooperazione internazionale”.

Con gli anni si è cercato di screditare la tesi dell’esecuzione sviando l’indagine, sono spariti molti appunti di Ilaria Alpi scritti sui block-notes che portava con sé, si è sorvolato sullo scambio delle stanze dove sono stati trovati gli effetti personali di Ilaria, sui sigilli dei bagagli violati e sullo stravolgimento dei piani degli ultimi giorni di vita di Ilaria e di Miran.

Dell’intervista fatta al sultano di Bosaso, Abdullahi Mussa Bogor, arrivano in Italia solo 13 minuti. Ilaria Alpi aveva fatto domande su Omar Mugne, personaggio chiave dell’indagine, e sulla Faarax Omar, il peschereccio sotto sequestro per il quale era stato chiesto un riscatto incompatibile con le caratteristiche del carico ufficiale.

https://www.facebook.com/watch/?v=2281402381881083

Dopo la morte di Ilaria Alpi, il sultano fa sapere alla commissione parlamentare che l’intervista era durata molto più di 13 minuti e che Ilaria Alpi aveva fatto domande precise su traffici di armi e rifiuti, andate perdute per sempre.

Al centro di una serie di ipotesi inquietanti, lo smaltimento illecito di rifiuti tossici e radioattivi costruendo la strada Garowe-Bosaso, quattrocentocinquanta chilometri di asfalto, che in Somalia tutti chiamano “la strada della cooperazione”, costruita con i soldi della cooperazione italiana per nascondere bidoni di rifiuti tossici.

Sono trascorsi 27 anni dal duplice omicidio e non è ancora stata fatta giustizia. Più volte le indagini sono state depistate, sono spariti documenti importante e le versioni di chi c’era sono state cambiate più volte per ottenere l’archiviazione del processo sperando di cambiare le dinamiche dell’agguato.

Nel 1997 i Gang, gruppo folk rock italiano, la ricordano nella canzone “Chi ha ucciso Ilaria Alpi?”. Il 2010 è l’anno dei Pooh: le dedicano la canzone “Reporter”.

Sono molte le verità sommerse sul caso Ilaria Alpi. Si sa, però, che sono stati sette uomini a uccidere Ilaria Alpi e Miran Hrovatin durante un’imboscata. Si sa che Ilaria Alpi è stata uccisa prima di poter dare la notizia sui traffici di armi tra Italia e Somalia e sui rifiuti tossici nascosti sotto l’asfalto. Si sa che il primo magistrato, De Gasperis, non dispone l’autopsia e che accetta quella effettuata da un consulente esterno. Questo porterà a una serie di problematiche fino a rendere necessaria la riesumazione del corpo per effettuare l’autopsia. Si sa che si è trattatati di un duplice omicidio su commissione. E si sa che Ilaria Alpi è morta per il suo coraggio e per la sua intelligenza.

 

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