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#interviste. M. Benenati e i temi di “Fumettomania Factory”. Da Rodari alla mafia, da Eco alla violenza di genere. Il fumetto non è un’arte minore

Scritto da il 26 Giugno 2020

“Troppo spesso la stampa scrive di fumetti ignorandone le regole, le caratteristiche, anzi tante volte senza nemmeno conoscere l’argomento di cui scrivono e storpiando pure i nomi dei personaggi. Per molti giornalisti i fumetti sono ancora “i giornaletti”.

Così mi dice al telefono l’Architetto Mario Benenati, Presidente di “Fumettomania Factory”, dopo avermi raccontato la lunga e intensa storia dell’Associazione Culturale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME).

Arch. Benenati con la rivista “Scuola di fumetto”

L’articolo della sua Associazione è disponibile qui: https://www.radiomilazzo.it/interviste-mario-benenati-di-fumettomania-factory-la-nascita-e-limpegno-dellassociazione-progetti-e-benefici-per-le-scuole/

Ciò che mi arriva dalle sue parole è un’immensa passione e tanto coraggio economico e progettuale.

I ventinove anni di impegno e passione hanno fatto diventare l’Associazione una delle realtà più solide del territorio nel campo del fumetto.

Il fumetto, infatti, è un’espressione artistica ma anche un media molto potente soprattutto per le giovani generazioni.

La nostra intervista di oggi si concentra proprio su questo aspetto: scardinare l’opinione comune che troppo spesso tende a relegare il fumetto nel comparto dell’arte minore.

Cinzia Ghigliano autrice

Io. Nonostante il fumetto sia nato come un’espressione della cultura popolare trattando spesso la satira di costume con la finalità dell’intrattenimento puro, con il tempo si è trasformato diventando prima lo specchio deformante della società per poi assumere un proprio linguaggio multimediale trattando tematiche molto sensibili. Infatti è passato dall’essere considerato un’arte minore ad “arte primaria” grazie agli studi di Umberto Eco che individuò nel fumetto la funzione pedagogica. Dei tanti temi trattati, anche la violenza sulla donna, oggi argomento ancora molto doloroso. Come Associazione qual è stato il vostro contributo?

Arch. Benenati. È vero che il fumetto sia nato come espressione della cultura popolare ma da subito, cioè dalla fine dell’ottocento, ha avuto una funzione pedagogica: grazie al fumetto infatti molta gente imparava a leggere.

Il fumetto ha un proprio linguaggio e dei propri mezzi espressivi, come scriveva anche Umberto Eco, verissimo anche questo. Per quanto riguarda il discorso di essere considerato “arte minore” è lungi dall’essere risolto.

Il fumetto si è misurato sin dagli albori con temi storici o di attualità con un approccio impegnato Qualcuno ha identificato questo inizio con la narrazione della tragedia dell’olocausto fatta da Art Spiegelman con la graphic novel Maus (Maus: A Survivor’s Tale) nel 1973, apparso in Italia dal 1989. In realtà anche negli anni 60 c’erano stati fumetti che avevano trattato l’attualità liberandosi dall’etichetta di forma di puro intrattenimento. Uno dei romanzi a fumetti italiani che hanno affrontato il tema della violenza sulla donna risale al 1979-80 e fu pubblicato originariamente a puntate sulla rivista Alter Alter, il supplemento a colori di Linus, ed era disegnato da una donna, Cinzia Ghigliano. La storia tratta del primo caso di femminicidio in Italia documentato e avvenuto nel 1900.

Negli ultimi due anni abbiamo virato le progettualità della nostra Associazione nelle scuole verso i temi legati alle donne e ai bambini con maggiore incisività.

Le torture e gli abusi sulle donne in Libia non sono meno importanti del caso “X” del marito o del compagno che uccide l’ex, così come le violenze subite dalle Suffragette, e potrei continuare con altri esempi di storie a fumetti che hanno trattato il tema della violenza sulla donna.

Quello che invece mi preoccupa davvero è un’altra cosa, è il timore delle scuole nell’affrontare l’argomento. Abbiamo avuto istituti che pur riconoscendo l’importanza del volume proposto non hanno affrontato il tema perché hanno temuto le eventuali domande e/o critiche dei genitori degli alunni, che avrebbero portato a casa un fumetto sulla violenza di genere. Questa è la cosa che mi preoccupa. Quasi quasi è più semplice parlare di altri temi importanti quali la legalità, la lotta alla mafia, la Shoah e l’immigrazione rispetto alla violenza sulle donne. Per questo motivo quest’anno avevamo tentato di coinvolgere un’associazione che parla alle donne delle donne, per arrivare a dialogare con i ragazzi. Purtroppo il Covid-19 ha impedito anche questo.

Progetto leggendo un fumetto 

Io. Alle donne avete dedicato lo speciale “Le donne nel fumetto”. Di cosa si tratta?

Arch. Benenati. Si trattava, visto che formalmente si è concluso con la puntata n. 48 e 48 bis con le due interviste agli autori della copertina e all’autore della contro-copertina, che di femminile hanno solo il personaggio da loro disegnato: Red Sonja un eroina dell’universo Marvel Comics, trasposizione di un personaggio vagamente basato su Red Sonya, protagonista di una breve storia del 1934 Robert E. Howard intitolate The Shadow of the Vulture.

Lo speciale “Le donne nel fumetto” ha avuto una gestazione e un proseguo travagliato. È stato pensato nel 2012 come pubblicazione digitale in PDF, sarebbe dovuto essere il n. 21 del magazine Fumettomania; arrivarono tanti contributi e nel frattempo eravamo nel 2014. Le mie vicissitudini personali e i due progetti culturali sul territorio mi imposero un rallentamento generale ed il numero di circa 120 pagine slittò al 2015. Alla fine fu trasformato in un SPECIALE che iniziò ad essere pubblicato l’8 marzo del 2017 e si concluse il 29 novembre 2019, ripeto con lo strascico delle due interviste, la prima pubblicata a gennaio 2020 e l’altra prevista per luglio. Hanno partecipato 80 persone di cui 50 sono autrici. Abbiamo, ed ho, voluto presentare personaggi femminili attraverso brevi saggi, autrici con disegni ed interviste, per far comprendere l’apporto dell’universo femminile a fumetto che non è solo ad appannaggio dei maschi. È stato un “percorso” diviso in varie sezioni: storia, fumetti, workshop, attualità e gallery. L’ultima sezione ha inglobato disegnati omaggiati a cura di autrici e di autori su personaggi femminili. Una gran bella esperienza.

Copertina n.21. In seguito il numero diventato lo SPECIALE “Donne nel fumetto”

Io. Nel curriculum dell’Associazione non mancano le problematiche ambientali, l’impegno civico e sociale, la mafia e nemmeno il rapporto genitori/figli.

Arch. Benenati. Esatto. Dal 2011 abbiamo avviato delle prove generali e dal 2013 abbiamo attivato il progetto “leggendo un fumetto” per le scuole e nelle scuole. L’impegno civile e sociale, dici bene, si è concretizzato favorendo delle letture mirate per la classi della primaria e per le classi della secondaria. Se si guardano le locandine di ogni nostra annualità, il tema ricorrente è stato la lotta alla mafia e l’educazione alla legalità, a questo se ne sono inseriti altri di volta in volta, la Shoah e le storie dei migranti in particolare. Considera che l’immigrazione è una problematica strettamente legata con il tema dell’educazione alla legalità.

Negli ultimi due anni ci siamo concentrati molto sugli aspetti legati alle donne e ai bambini. Donne/bambini /genitori erano presenti nei temi dell’immigrazione ed anche nel tema della mafia. Come non ricordare la lotta della madre di Peppino Impastato affinché si facesse giustizia.

Quest’anno abbiamo avuto anche una bella esperienza perché il progetto con le due classi della primaria dell’Istituto comprensivo “B. Genovese” di Barcellona P.G. in realtà si è concluso prima che iniziasse la quarantena dovuta al Covid-19 solo per un colpo di fortuna. I ragazzi di quinta elementare, con la collaborazione delle maestre, hanno letto il bel romanzo a fumetti Il piccolo Caronte, scritto da Sergio Algozzino e disegnato da Deborah Allo (Edizioni Tunuè, 2017), entrambi siciliani.

Il testo descrive il viaggio un po’ onirico un po’ realistico di un bambino chiamato Mono dopo che Caronte, suo padre, ha lasciato il suo ruolo, cioè quello di traghettatore delle anime. È un viaggio che diventa crescita, consapevolezza, maturità, sullo sfondo di un abbandono di un figlio da parte di un genitore.

Alla fine Mono comprende il suo scopo: Il mio ruolo è quello di fargli capire che in un modo o nell’altro hanno fatto parte e continueranno a fare parte del flusso dell’esistenza, in cui la vita è soltanto uno del passaggi. Si legge così a pagina 110 del libro.

Locandina progetto Deborah Hallo

Per impegni pregressi della disegnatrice Deborah Allo, l’incontro finale lo abbiamo dovuto anticipare al 5 febbraio 2020. Che fortuna! Stavo dicendo qualcos’altro!

[Sorride].

In pratica nel mese in cui noi festeggiavamo i 30 della nostra rivista siamo riusciti a far dialogare l’autrice con gli studenti che hanno letto il fumetto da lei disegnato. Gli studenti hanno fatto domande incredibili, lei timidissima ha risposto con garbo; anche la nuova Dirigente, la prof.ssa Francesca Canale è rimasta molto contenta dell’incontro e del progetto in generale, così come l’assessore alla Cultura l’avv. Angelita Pino.

L’altro progetto di quest’anno verteva sul rapporto genitori/figli. Il romanzo che le classi di seconda media hanno letto è stato Dotter of her Father’s Eyes, un capolavoro scritto da Mary M. Talbot e disegnato da Bryan Talbot nel 2102, la cui edizione Italiana (a cura dell’editore NPE) è stata anticipata di un mese in modo da consegnarlo agli studenti per fine gennaio 2020. Mancavano solo gli incontri di laboratorio durante i quali le classi avrebbero preparato i poster-Cartoncini per la mostra finale e le eventuali presentazioni in Power Point).

Deborah Hallo con gli studenti

C’è stato un grande lavoro di squadra ed altrettanto ce ne sarebbe stato per portare i due autori inglesi qui a Barcellona Pozzo di Gotto organizzando un mini tour che sarebbe iniziato a Napoli Comicon e poi in Sicilia con due tappe. Speriamo di poter riorganizzare tutto entro marzo 2021.

Nel graphic novel di Mary&Bryan Talbot abbiamo letto la storia in parallelo di Lucia Joyce, figlia del grande scrittore dei primi del novecento, e di Mary Talbot, figlia di un grande studioso inglese dell’opera di James Joyce. Nella storia si mette in luce la vita delle due ragazze considerate ribelli e le loro relazioni con i rispettivi padri. Non mancano i momenti poetici così come non mancano quelli drammatici. Il romanzo a fumetti è stato premiato nel 2103 dal Costa Award sezione Biography ed anche in Spagna, dove ha ricevuto due premi. Adesso è alla sesta ristampa.

Nel nostro web magazine ci sono ben 12 interventi tra articoli, interviste e workshop virtuali dedicati a agli autori inglesi insieme di cui metà sono relativi a questo loro graphic novel.

Il tema dell’ambiente fa parte di un nuovo progetto per il 2021. Ne abbiamo discusso nei giorni scorsi. La parola che posso dirti per incuriosirti è Antropocene. Sarà un progetto culturale didattico. Posso anticiparti che saranno coinvolti anche gli autori inglesi Mary&Bryan Talbot con il loro nuovo libro uscito nell’ottobre del 2019 e intitolato RAIN.

Io. Sì infatti mi hai incuriosito. Dimmi di più!

Arch. Benenati. “Antropocene” è una parola che mi gira per la testa dall’anno scorso. Tutto è iniziato dalla visione del film Antropocene – L’epoca umana, il documentario affascinante e drammatico che esplora l’impatto dell’uomo sulla Terra. È palese che i cambiamenti climatici ci impongono una presa di coscienza e noi abbiamo deciso di portare il nostro contributo ideando il progetto artistico-culturale da sviluppare non solo nelle scuole ma anche sul web magazine.

L’incipit del progetto sarà: Vogliamo fare qualcosa anche noi nel nostro piccolo, per denunciare quello che sta succedendo e cercare di salvare il Pianeta? Ce lo chiedono i nostri figli, i nostri nipoti, i ragazzi che incontriamo nelle scuole.

Inoltre prossimamente vorremmo che “Leggendo un Fumetto” avesse una connotazione più ampia e più coinvolgente soprattutto per gli studenti, vorremmo proporre la visione del film-documentario Antropocene e la lettura di fumetti che hanno come tema i cambiamenti climatici. Compresi quelli scritti e disegnati da chi volesse partecipare al progetto.

Sicuramente mi starai per chiedere quali sono gli obiettivi. Te li elenco subito. Il primo consiste nella realizzazione di una mostra affiancando alle Illustrazioni ed alle storie a fumetti di professionisti i lavori realizzati dagli studenti delle Scuole di Primo e Secondo grado e, se le forze economiche ce lo permetteranno, far venire nella nostra città, come ti ho anticipato prima, alcuni autori che hanno partecipato al progetto per incontri e presentazioni dei loro fumetti. Pensiamo di organizzare tutto nella settimana dedicata al fumetto a Barcellona Pozzo di Gotto. Il secondo obiettivo, non meno importante, consiste nella realizzazione di altre mostre itineranti sempre nella nostra provincia ma in altri istituti scolastici. Molto apparirà nel nostro Web Magazine dal prossimo gennaio. Anteprime, immagini, articoli e altri contenuti a tema. Per aderire basta contattarci e daremo tutte le informazioni necessarie.

Allestimento mostra “Sulla stessa barca”

Io. Molto significativa la mostra “Sulla stessa barca” iniziata il 3 ottobre del 2013 per ricordare la morte di 360 naufraghi a largo delle coste di Lampedusa. Sono stati tre anni intensi per tutta l’Associazione. Un tour con diverse tappe sul territorio nazionale tra cui Macerata e Foggia, grande apprezzamento di pubblico e critica. La soddisfazione più grande è stata riuscire a ricavare una somma importante da destinare all’AiBi, l’Associazione Amici dei Bambini di Lampedusa. Ci parli del progetto?

Arch. Benenati. Altra follia! È stato un periodo ricco di attività ma anche di difficoltà. Tutto è iniziato con i vari servizi televisivi e gli articoli letti sui quotidiani e on line dopo il 3 ottobre. Quanta tristezza, ma anche quanta confusione sul tema dei migranti, ho scritto volutamente “tema” non “problema”, perché è su questa cosa che noi italiani, e non solo noi, abbiamo le idee confuse.

La migrazione, i migranti, sono un fenomeno che risale alla preistoria, non sono un “problema” degli ultimi 20-30 anni, siamo noi che lo vogliamo inquadrare come problema, i nostri governanti in particolare, e poi ci sono quei maledetti “luoghi comuni”. La verità che siamo tutti un po’ razzisti e contro i migranti da nord a sud.

Questa cosa la ribadisco subito quando faccio incontri nelle scuole, così mi faccio pure qualche ‘nemico’.

“Sulla stessa barca” è stato un progetto culturale, umanitario e sociale molto importante per noi, è stato pensato e voluto da me, amalgamato all’interno delle attività dell’Associazione Culturale. È andato avanti con tanti consensi e con 14 mostre in 18 mesi (tra quelle in Sicilia e quelle in giro per l’Italia), grazie alla preziosa e fondamentale collaborazione di Marco Grasso, appassionato di fumetti di Catania, nonché curatore delle mostre di Etna Comics.

Marco ha fatto tanto, ha curato la grafica del progetto, molti contatti con gli autori, che in tutto sono stati quasi 60, tutti professionisti, che hanno donato 53 opere originali, e infine ha curato il catalogo della mostra.

Abbiamo raccolto con la vendita di 23-24 opere circa 3300,00 euro; questa cifra l’abbiamo donata con 3 assegni distinti ad AiBi. – Associazione Amici dei Bambini (http://www.aibi.it/ita/), che si occupa di adozioni internazionali e di lavorare con i MISNA, la cui sezione di Messina opera nell’intera Sicilia ed in particolare sul territorio di Lampedusa per il loro progetto che si chiamava: “O’scià: il vento dell’accoglienza”.

Devo anche dire che in alcuni momenti, tra il 2013 e fine 2015, siamo stati lasciati da soli. Nel senso che determinate associazioni nazionali ed enti, che avrebbero dovuto dare visibilità al progetto, non lo hanno fatto. Sono mancate le mostre espositive in città importanti come Milano, Bologna, Roma e Napoli; però non abbiamo mai mollato di un centimetro e le soddisfazioni non sono mancate. Ovviamente ci siamo presi anche alcuni insulti, una cosa normale quando cerchi di far conoscere il tema della migrazione e le storie dei migranti a 360 gradi, non solo da uno o due punti di vista.

Starei ore e ore a raccontarti tutte le vicissitudini del progetto, ma concludo dicendo che ricordo con piacere alcuni allestimenti. Due nella nostra città (prima ed ultima tappa), quelli a Messina, a Macerata e ad Ancona, ed anche l’emozione di vedere la mostra a Lampedusa durante l’anniversario del 3 ottobre del 2015.

Io. “I Comics hanno rappresentato nella vita e nell’impegno di Rodari un momento forse marginale ma importante per il contributo offerto alla crescita, in quegli anni difficili, del fumetto italiano.” Così si legge in un vostro articolo sull’attività fumettistica di Gianni Rodari e del suo Cipollino, di cui pochi ne sono a conoscenza.

Arch. Benenati. La mostra organizzata alla Biblioteca Oasi, sez. ragazzi di Barcellona Pozzo di Gotto, a settembre del 2019, mi ha piacevolmente colpito. Mi sono fatto una chiacchierata con la responsabile della biblioteca Prof.ssa Mariella Chiaramonte ed è nata l’idea di fare delle ricerche per comprendere meglio il rapporto di Rodari con il fumetto e se c’erano i presupposti per uno speciale sul web magazine dedicato a lui da pubblicare in occasione dei 100 anni dalla sua nascita.

Le ricerche hanno dato buoni frutti tra cui l’articolo che hai letto anche tu. In pratica qualcuno ha scritto che: A Gianni Rodari i fumetti non piacevano per niente. È andato al Pioniere solo per far carriera nel partito (lo dice il suo vice al Pioniere, e poi biografo. Marcello Argilli). Quando si è trattato di prendere posizione rispetto alle posizioni di Nilde Iotti, ha fatto una roba da mollaccione.

C’è invece chi ne riconosce il valore: È un linguaggio particolare, quello del fumetto, e poco conosciuto e indagato, quando si parla dell’autore noto al grande pubblico per le sue filastrocche, le fiabe, i racconti fantastici. Eppure fu centrale, anche perché l’impegno nel Pioniere anticipò cronologicamente le opere più note dello scrittore e fu alla base anche di alcuni scritti in particolare: il “Romanzo di Pollicino”, libro quasi d’esordio dello scrittore nato a Omegna, metteva in forma di romanzo le avventure del mondo di personaggi-ortaggi che era comparso proprio sulle pagine del Pioniere.

Fatto sta che il materiale su cui lavorare c’era ed a metà aprile, sempre con i soliti ritardi dovuti alla quarantena, abbiamo invitato i nostri collaboratori ed amici, disegnatori, sceneggiatori e scrittori. Chi ha aderito al progetto ha ricevuto un piccolo dossier con tanti link da sfogliare. Finora abbiamo avuto circa 10 adesioni, speriamo ce ne siano altre; il momento è anche particolare, molti autori stanno lavorando a progetti che inizialmente erano previsti per il 2020 ed invece sono stati quasi tutti rimandati al 2021, per cui non li stiamo pressando più di tanto.

Locandina. Incontro con la Ghigliano

Io. Il prossimo anno l’Associazione raggiungerà un altro traguardo molto importante: 30 anni di attività. Quali progetti speri di portare a termine per il prossimo maggio?

Arch. Benenati. Già trent’anni, caspita. Mi piacerebbe risponderti che il 14 maggio 2021 vorrei inaugurare una Biblioteca Mediateca del fumetto qui a Barcellona Pozzo di Gotto, progetto che “inseguiamo” da 3 anni senza riuscirci, nonostante abbiamo in archivio oltre 20.000 fumetti. Ma non possediamo un locale, gli affitti sono troppo cari, le Amministrazioni che si sono succedute e sollecitate non hanno trovato dei locali per noi, e non abbiamo un magnate alle nostre spalle che ci sostenga o sponsorizzazioni di sorta, per cui la vedo difficile.

Potremmo organizzare una nuova settimana del fumetto, stavolta con maggiori incontri, con attività di laboratorio, con presentazioni di libri nelle varie librerie, ma non so se ci riusciremo. Al momento i soci attivi sono pochi e ci vuole una bella squadra per organizzare un evento di questo tipo che è ad ampio respiro.

Quindi punto alle cose solide, quelle più probabili.

Dovremo riprendere il progetto “Leggendo un fumetto” di quest’anno, presso l’Istituto comprensivo “Bastiano Genovese” e concluderlo con gli autori inglesi Mary&Bryan Talbot, riprenderà il progetto “Leggere e creare un graphic journalism” presso il Liceo artistico “E. Basile di Messina, con il quale collaboreremo per due incontri-workshop con due autori differenti, uno con i predetti autori inglesi e l’altro con la pluripremiata autrice italiana Cinzia Ghigliano.

A settembre presenteremo nelle scuole un nuovo progetto didattico culturale con costi minimi e molto coinvolgente, il tema è vasto ed è all’ordine del giorno per cui sono fiducioso, il progetto ovviamente si concluderà a maggio 2021.

Attiveremo dei laboratori di scrittura, disegno, illustrazione e forse un corso di fumetti.

Spero che nel 2021 si possano realizzare le nuove edizioni sia del Corolla Games &Comics sia della Fiera del libro, cosi da portare tanti autori di fumetto.

Poi ci sono altri progetti in fase embrionale e quelli del Network delle Associazioni culturali di Barcellona Pozzo di Gotto, in particolare c’è il progetto di un Museo Urbano.

Foto di gruppo con tutti gli artisti presenti al Corolla Games&Comics

Come ti ho detto durante l’intervista precedente, sono ormai 30 anni che partecipo alle manifestazioni italiane e straniere legate ai fumetti, infatti conosco tantissime associazioni che realizzano progetti culturali didattici, laboratori fuori e dentro le scuole, e da due anni faccio parte della Giuria di qualità del Premio Coco, nell’ambito di Etna Comics. Proprio lo scorso lunedì 15 giugno ci siamo confrontati durante una diretta Facebook sulla pagina social di Etna Comics per l’assegnazione dei premi 2020. Non voglio essere ripetitivo, è solo per sottolineare che è proprio grazie a tutta l’esperienza maturata negli anni e sul campo se oggi posso dirti di credere fermamente nel valore e nelle capacità del fumetto, della letteratura disegnata, perché i ragazzi non leggono solo parole come in un libro di narrativa, che ha una sua valenza, ci mancherebbe, né guardano solo immagini come nei libri illustrati. Il fumetto è un mix meraviglioso di parole e immagini, è un arte sequenziale e poi c’è lo spazio bianco, lo spazio tra le vignette: il tempo di lettura e quello narrativo nel fumetto è scandito proprio da quello spazio bianco tra un vignetta e l’altra.

Quindi certo che il fumetto può veicolare messaggi importanti, e noi nel nostro piccolo lo abbiamo dimostrato in questi sette anni. E continueremo a farlo. Non hai idea di quante volte mi sono commosso nel vedere certi disegni e nell’ascoltare certe domande dei ragazzi.

Io. Salutiamo i lettori di Radio Milazzo ricordando che sul web Magazine https://www.fumettomaniafactory.net/ si possono trovare approfondimenti, articoli, interviste, recensione, preview e, ovviamente, tantissimi fumetti! Prima di lasciarti vorrei farti un’ultima domanda. Se qualcuno volesse contattarti come potrebbe fare?

Arch. Benenati. In tanti modi. Attraverso le due pagine social su facebook, quella dell’associazione culturale (https://www.facebook.com/fumettomania.associazione.culturale.barcellonapg/ ), e quella legata al web magazine (https://www.facebook.com/fumettomaniawebmagazine/), oppure direttamente con un messaggio nel mio profilo FB (https://www.facebook.com/mario.fumettomaniafactory), ci può scrivere anche alla nostra email info@fumettomaniafactory.net, oppure ci può incontrare ai vari eventi cui partecipiamo.

Ovviamente ci possono contattare anche dal sito, nonché telefonicamente.

Purtroppo non abbiamo una stanza-sede nostra, ci incontriamo ogni due mesi circa presso una spazio Coworking chiamato “Spaziolab8” a Barcellona Pozzo di Gotto, gestito da una nostra amica, Grazia Salamone, una professionista molto valida che realizza tanti progetti didattico-culturali e che è genitore di un nostro socio.

Grazie a te Valentina! Un caro saluto ai lettori di Radio Milazzo!

 

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