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#interviste. Manlio Dovi’ emoziona e diverte il pubblico del Mandanici con “Tale e Quale Showman”

Scritto da il 28 Ottobre 2019

Emozione, risate e applausi prolungati per Manlio Dovì al Teatro Mandanici di Barcellona P.G.

Con un pensiero rivolto alle donne si conclude il varietà di Manlio Dovì “Tale e Quale Showman” tra l’emozione e gli applausi del folto pubblico del Teatro Mandanici.

Lei di Charles Aznavour è stato solo uno dei brani di snodo dello show, in costante equilibrio tra ironia, riflessione poetica, satira e racconti autobiografici.

«Quando il pubblico rimane – racconta Dovì – lascia i cellulari e ti segue anche quando cambi registro passando da quello comico a uno più malinconico e riflessivo, allora vuol dire che l’hai conquistato. E stasera ho ricevuto tanti applausi sinceri che danno energia facendo dimenticare tante problematiche».

Lo showman è stato accompagnato dal commento musicale del sassofonista Ciro Pusateri e dagli stacchetti curati dalle ballerine Viviana Buzzotta e Maria Celeste Sammarco.

Spettacolo prodotto dal manager Antonio Saeli.

«Quando si fa teatro ogni momento è vissuto. Quando racconto episodi della mia vita attraverso i rumori, i particolari sono quelli; lo sketch con la signora dell’aereo, ad esempio, è modulato su diversi aspetti. Non sto lì a ricordarmi tutti i dettagli perché le mie performance nascono dall’osservazione e poi, sul palco, si sviluppano in base all’effetto che riesco a creare sul pubblico, quindi rispecchia l’umore mio e di chi mi osserva. Non è mai uguale, un pezzo di cinque minuti può diventare di un quarto d’ora perché contiene molta improvvisazione ma costruita sempre su basi solide. Sono sempre prezzi provati e riprovati. Per quanto riguarda le imitazioni non mi concentro sulla fedeltà della voce. Se c’è, come nel caso di Sgarbi, è una coincidenza ma non è frutto di studi mirati. Questo perché tento di capire il personaggio attraverso alcuni elementi caratterizzanti e lo reinterpreto, non mi baso sulla fedeltà ma sulla parodia, per cui sono immagini che di questi personaggi rimangono a me. Del resto è un Tale e Quale sempre work in progress, come dico sempre».

In scena solo una sedia rossa, uno smoking e una bombetta. E subito Manlio Dovì fa rivivere Totò, Edoardo De Filippo e Vittorio Gassman in un quesito del tutto teatrale sul perché si reciti.

Sul palco per quasi due ore, Dovì è riuscito a inglobare il varietà nel teatro, giocando con l’effimero della performance e i diversi volti di se stesso.

Ph Ritratti di Ignazio Brigandì

Lo showman inizia la sua carriera nel ’87 con Fantastico 7 e diventa famosissimo con il Bagaglino, programma in voga fino al 2009. Punta di diamante di Creme Caramel, Bucce di Banana e diversi spettacoli di Pier Francesco Pingitore.

«Nell’87 andai a Fantastico 7 passando da una non notorietà al fianco di Pippo Baudo, perché in precedenza lavorato in radio private, quindi venivo riconosciuto dal pubblico. Allora lì ti accorgi di essere diventato un personaggio pubblico. Poi non ho dato importanza a questo perché bisogna pensare alla qualità di quello che si fa, non all’esibizionismo ma all’esibizione, che non è una frase mia ma di Yves Montand, grande attore chansonnier che lavorava in maniera maniacale alla performance curando tutto: dall’abito all’interpretazione, dai particolari di scena alle atmosfere. Mi sono sempre rispecchiato in questa frase».

Il sorriso come arma dissacrante per cogliere le ambiguità del privato e della società attraverso personaggi italiani e del resto del mondo, rovesciando l’ordinario attraverso un linguaggio a tratti surreale ma profondamente realistico.

«Continuerò con “Tale e Quale Showman” e poi parteciperò al “Costanzo Show” portando diversi sketch collaudati a teatro, provati e riprovati da me, grazie al mio autore Antonio Di Stefano con il quale è nato un sodalizio che dura da tanti anni. La mia vita è sempre una scoperta, sono una persona abbastanza dinamica. Come diceva appunto Costanzo, il meglio deve venire, è domani, quindi bisogna pensare al domani».

 

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