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40 anni fa la strage di Bologna, Mattarella: “Necessità di instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia”

Scritto da il 2 Agosto 2020

Alle 10:25 del 2 agosto 1980 una bomba fece esplodere la stazione di Bologna. I morti furono 85, i feriti 200: circa la metà non aveva trent’anni. È la strage più sanguinosa del secondo dopoguerra. L’esplosione, che si avvertì nel raggio di molti chilometri, causò il crollo di un’ala intera della stazione, investendo in pieno il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario e il parcheggio dei taxi antistante. Si giunse a una sentenza definitiva di Cassazione solo il 23 novembre 1995: vennero condannati all’ergastolo quali esecutori dell’attentato i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, sempre dichiaratisi innocenti, mentre l’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini.

Il 9 giugno 2000 la Corte d’Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio. I mandanti della strage non sono mai stati identificati. È in corso il processo contro l’ex terrorista dei NAR Gilberto Cavallini, condannato in primo grado a gennaio 2020 per concorso nella strage di Bologna. Nuovi scenari potrebbero aprirsi sulla strage del 2 agosto 1980.

Il presidente del Consiglio Conte: “Siamo al fianco dei familiari, di chi crede nello Stato, dei magistrati impegnati a squarciare definitivamente il velo che ci separa dalla verità. Lo dobbiamo alle 85 vittime innocente, lo dobbiamo a noi stessi”


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