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Recensione di “Il gabbiano” con Massimo Ranieri al Vittorio Emanuele di Messina

Scritto da il 15 Aprile 2019

Recensione a cura della pedagogista Donatella Manna.

 

Straordinario successo per Massimo Ranieri che ha portato in scena, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, “Il Gabbiano (à ma mère)”.

Lo spettacolo è tratto dal dramma di Anton Čechov ed è frutto dell’adattamento e della regia di Giancarlo Sepe. Massimo Ranieri, così sempre, ha saputo mettere in primo piano le emozioni incantando il pubblico sia nelle parti in prosa sia in quelle cantate.

“Il Gabbiano” tratta la storia di Konstantin, un giovane drammaturgo incompreso e disperato che ama non corrisposto Nina. È centrale il rapporto di odio e amore che lo lega alla madre Irina, interpretata dalla bravissima Caterina Vertova, e quello con l’amante di lei, lo scrittore Boris Trigòrin che causa il definitivo sconvolgimento degli equilibri tra i personaggi.

Anche gli attori più giovani si fanno notare per il grande talento nell’interpretazione e nella prontezza sul palcoscenico. Lo stile della scenografia è minimalista ma efficacissimo e funzionale allo spettacolo, in una sorta di bianco e nero in cui le ombre evocano ancor di più dei colori. Altri elementi molto apprezzati sono l’uso dei sopratitoli italiani alle canzoni francesi, la mirabile interpretazione della canzone “Je suis malade” con riferimenti ad hoc al “gabbiano morto”, le particolari atmosfere musicali e i toccanti dialoghi tra Massimo Ranieri e Caterina Vertova.

Uno spettacolo unico, originale, ricco di spunti di riflessione sull’esistenza che chiude con successo la magnifica stagione teatrale proposta dal Teatro Vittorio Emanuele di Messina.

 


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