Dpcm Natale, è scontro con le regioni. Toti: “Chi scrive queste norme ha mai vissuto nella province italiane o solo nelle grandi città?”
Scritto da Redazione il 3 Dicembre 2020
Emergono malumori per le modalità con cui si è arrivati a varare il decreto legge della scorsa notte: il documento, che comprende rigide restrizioni per gli spostamenti sui territori durante le festività, è stato approvato dal governo senza neppure parlarne con gli enti locali. E’ quanto emergerebbe dalla Conferenza delle Regioni che si è riunita oggi.
Secondo la Conferenza il decreto è stato approvato “in assenza di un preventivo confronto tra le Regioni”: un metodo che “contrasta con lo spirito di leale collaborazione, sempre perseguito nel corso dell’emergenza, considerato peraltro che la scelta poteva essere anticipata anche nel corso del confronto preventivo svolto solo 48 ore prima”.
Un mancato confronto, dicono ancora i governatori che “non ha consentito di portare all’individuazione delle soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento del virus e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche del periodo delle festività natalizie”. Quanto ai ristori, la Conferenza sottolinea infine che né nel decreto legge né nel Dpcm “si fa riferimento alcuno a norme sui ristori economici delle attività che subiscono limitazioni e/o chiusure, più volte richieste dalle regioni e dalle province autonome”.
Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha espresso il proprio disappunto sulla propria pagina Facebook, contestando soprattutto la scelta di vietare gli spostamenti tra regioni e soprattutto il divieto di spostamento tra comuni nei giorni 25, 26 dicembre e 1 gennaio. “Da cosa è motivata questa scelta? “scrive il governatore e ancora: “Ma chi scrive queste norme ha mai vissuto nella province italiane o solo nelle grandi città?”.
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Disappunto espresso anche dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che ha messo in evidenza la mancata collaborazione tra esecutivo e regioni, la stessa che auspicava nell’intervista rilasciata al Corriere delle Sera e pubblicata questa mattina: “Innanzitutto mi aspetto che siano recepite le indicazioni richieste e offerte dalle Regioni. Dopodiché, dal momento che vengo interpellato, mi piacerebbe che mi venisse anche concesso il tempo per dire la mia a ragion veduta”. Il governatore rispondendo sul presunto tiro alla fune tra governo e regioni dichiarava :”Per quanto mi riguarda, mi sono limitato a contestare il fatto che per stabilire lo scenario dell’epidemia siano stati utilizzati dati vecchi, superati, e questo rende poi difficile spiegare ai cittadini la relazione tra i loro sacrifici e i risultati raggiunti. Ma voglio anche dire che sebbene siano emerse a volte visioni e sensibilità diverse, la dialettica istituzionale ha prodotto i suoi risultati. Il contributo delle Regioni c’è stato eccome. Certo, se cambiamo i parametri in corsa allora c’è da rimanere perplessi…».
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