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Il Grinch Oggi – Quanto è importante nella nostra società

Scritto da il 26 Dicembre 2020

Ce n’è uno in ogni famiglia, disturba e l’atmosfera natalizia con battute e brontolii, non partecipa ai preparativi, non sorride e non sopporta neppure i brani di Michael Bublé, figuriamoci Jingle Bells. Per chi non lo capisce può risultare insopportabile.

Il Grinch, classico racconto di bambini scritto da Dr Seuss, pseudonimo di Theodor Seuss Geisel, con il tempo si è adattato ai media e ai contesti diventato per antonomasia lo spirito anti natalizio.

Dall’incapacità di cogliere le emozioni, allo sguardo spietato sul consumismo, dall’assenza di empatia, ai traumi infantili legati al periodo natalizio e, ancora, una critica alle abitudini sociali.

In tempi No – Covid, quando era possibile rivedere amici e parenti, si rischiava quasi sempre di organizzare pranzi e cene senza il minimo desiderio di rivedersi, solo perché “ci hanno detto che è così che si deve fare”, “è così che è giusto fare”, “sta male comportarsi diversamente”. E poi che importa se con il pensiero si disprezza persino il colore del tovagliolo sulla tavola imbandita, basta che ci sia il sorriso. Insomma, in alcuni casi le feste potevano apparire dei contenitori sfarzosi e colorati senza i contenuti. In quei casi, a scoperchiare la contraddizione, era sempre colui che veniva considerato un guastafeste, di solito una persona molto sensibile ed empatica che faticava a immergersi nella rete di rapporti ricreata su misura di festività.

Il Grich ha subìto trattazioni e interpretazioni diverse: ciò che superficialmente sembrerebbe un fenomeno di costume – che muoverebbe alla battuta, al riso e persino all’emarginazione – è invece supportato da un fondamento scientifico, il Christmas Blues.

Uno stato di malessere caratterizzato da tristezza, depressione, angoscia, insonnia, ansia, apatia, che sembrerebbe in aumento in questo 2020, a causa delle restrizioni governative che hanno causato un netto divario rispetto alle festività del passato.

Già nel 2015 il National Library of Medicine pubblicava uno studio nella quale dimostrava come i simboli legati al Natale ricreassero una rete di associazioni neuronali che influenzassero il nostro umore. Il Christmas Blues è associato alla SAD, sindrome legata alle stagioni chiamata Seasonal Affective Disorder che, secondo le statistiche, colpirebbe maggiormente i paesi nordici.

Questa le conclusioni dello studio del 2015 pubblicato su https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26676562/

Esiste una “rete dello spirito natalizio” nel cervello umano che comprende diverse aree corticali. Questa rete ha avuto un’attivazione significativamente più alta in un popolo che celebra il Natale con associazioni positive rispetto a un popolo che non ha tradizioni natalizie e associazioni neutre.

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Attualmente stiamo preparando una domanda di brevetto su un cappello di Babbo Natale per i familiari con sintomi. Quando iniziano a brontolare al pranzo di Natale, con il semplice tocco di un pulsante puoi dare loro una stimolazione elettrica proprio nei centri dello spirito natalizio.

Mettendo da parte un metodo, a mio avviso, che non rispetta la dignità di una condizione emotiva, seppur non benefica, non mancano i suggerimenti per combattere la tristezza avvicinandosi lentamente alla radice del problema, come pubblicato da Jointly lo scorso anno.

https://www.jointly.pro/2019/12/13/la-malinconia-del-natale-il-christmas-blues-5-suggerimenti-per-combatterla/

Disturbi stagionali e scienza a parte, credo che la figura del Grinch sia essenziale nella nostra società, spesso pervasa dal falso buonismo natalizio. Può essere considerato uno sguardo critico, uno scoperchiamento di frasi confezionate ad hoc da pronunciare a dicembre, con le quali si parla sempre di tolleranza, empatia, amore e rispetto. Parole e intenzioni che quasi mai arrivano al sei gennaio. Il mio consiglio rimane uno soltanto: accogliamo lo sguardo del Grinch e riflettiamo sulle azioni di ogni giorno. Smettiamo di comportarci come ci hanno imposto se manca l’accordo emotivo e iniziamo a rispettare le nostre percezioni. Di certo non spariranno tutti i Grinch del mondo da un anno all’altro, ma potrebbero diminuire.

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