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“L’urtima vindigna”: ultimo appuntamento per emozionarsi e riflettere

Scritto da il 2 Febbraio 2019

L’urtima vindigna è il titolo della commedia brillante scritta da Enzo Bucca, riadattata dalla regista e attrice del teatro locale Graziella Salvatore, messa in scena dai ragazzi speciali di LabO che per l’ultima volta verrà rappresentata stasera alle 19:00 nel teatro dell’Oratorio Giovanni Paolo II di Olivarella.

Le scorse rassegne hanno registrato il tutto esaurito.

Un successo soprattutto per i ragazzi dell’Oratorio che da tempo hanno trovato nella comunità amore e accoglienza, grazie alla fiducia dei familiari e all’impegno dei volontari che ogni giorno si spendono per la realizzazione di progetti mirati all’integrazione e al benessere psicofisico.

Esperti come Giusy Barreca, la prof.ssa Mariagrazia Celi, la psicologa Melinda Giorgianni, Saverio Mancuso, il fotografo Carmelo Maio, l’attrice e regista Graziella Salvatore, Padre Stefano, i maestri di ballo della scuola El Pam Pam e tantissimi altri, si prendono cura dei ragazzi con la stessa attenzione e sensibilità con cui si dovrebbe trattare l’uva per il buon vino.

La realtà dell’Oratorio è stata fondata da Padre Dario Mostaccio, ex Parroco della comunità di Olivarella.

«Una realtà molto bella – dice Padre Dario – nata perché i genitori dei ragazzi disabili chiedevano un coinvolgimento maggiore dei loro figli nella vita della comunità. Quindi ho provato a mettere insieme alcune professionalità che si sono poi sviluppate nel tempo. Un seme gettato che sta portando i suoi frutti tra cui il momento di stasera dove loro si esprimeranno attraverso la musica e il teatro. L’urtima vindimmia è il risultato ottimale dell’integrazione in un ambiente oratoriale che permette ai ragazzi di uscire di casa rimanendo in mezzo agli altri, senza essere emarginati come di solito avviene».

La commedia di stasera prevede la partecipazione straordinaria del maestro Antonio Merulla, che accompagnerà più di 40 attori nell’immedesimazione dei personaggi caratteristici della nostra cultura come Tanu, Vannuzza, Don Liborio e Gnà Sara, inquadrati nel contesto socioculturale della Sicilia.

Una vicenda articolata tra storia, tradizione e folclore, dal quale emergerà la poesia umana fondamentale per sconfiggere le avversità.

 


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