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Medico specialista sospeso: intascava indebitamente gli onorari dei pazienti.

Scritto da il 9 Settembre 2021

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina con il coordinamento del pool di magistrati della Procura della Repubblica di Messina, che si occupano di contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione hanno portato a compimento una complessa investigazione nel settore sanitario, finalizzata a verificare il rispetto della disciplina dell’esercizio dell’Attività Libero Professionale Intramuraria (c.d. “ALPI”) da parte di un noto professionista cittadino e così acquisendo un solido quadro indiziario nei suoi confronti.

La disciplina di settore dell’ALPI, ovvero l’attività libero professionale espletata dal medico, fuori dall’orario di lavoro, prevede, che l’utenza prenoti la visita tramite il Centro Unico di Prenotazione della struttura aziendale (cd. C.U.P.) e, prima dell’effettuazione della prestazione, il paziente provveda al pagamento all’ufficio ticket dell’importo dovuto, secondo apposito tariffario predeterminato dall’ospedale pubblico; a valle, il medico riceve, quindi, gli emolumenti di sua pertinenza direttamente in busta paga.

Dall’attività investigativa è emerso che il professionista messinese, effettuava visite specialistiche all’interno del reparto dal medesimo diretto, richiedendo e ricevendo da dai clienti il pagamento in contanti delle relative visite specialistiche, di conseguenza omettendo di rilasciare qualsiasi ricevuta fiscale nonché di versare all’azienda sanitaria la percentuale dovuta.

Quindi il medico intascava dai pazienti gli onorari senza versarli nelle casse dell’ospedale pubblico come previsto ed in  completa evasione dalle tasse.

I pazienti confermavano di aver effettivamente versato in contanti, nelle mani del professionista, importi dagli 80 ai 150 euro, senza aver effettuato alcuna prenotazione al C.U.P. e senza ricevere, all’atto del pagamento, alcuna ricevuta delle somme pagate.

Gli elementi di prova raccolti, pertanto, venivano sottoposti al competente Giudice del Tribunale di Messina il quale, all’esito del complessivo vaglio, riteneva i medesimi convergenti in termini di gravi indizi di colpevolezza, così disponendo l’odierna misura cautelare della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio della professione sanitaria per 1 anno, idonea ad inibire il M.F. dall’introitare denaro pubblico.

L’attività  svolta dalla Guardia di Finanza e dalla Procura della Repubblica di Messina dimostra l’impegnò al servizio della collettività, anche nell’importante settore della tutela della salute pubblica, affinché le risorse dei Cittadini siano destinate al benessere di tutti e non indebitamente sottratte.

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