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Nuovo Dpcm in arrivo. Stretta alla movida, palestre e piscine aperte

Scritto da il 18 Ottobre 2020

Si è svolta una riunione tra governo e Regioni in vista del nuovo dpcm sulle misure anticontagio da Covid. Si andrebbe verso una “stretta alla movida, ma localizzata”: questa una delle proposte delle Regioni, le quali si sono dette contrarie a una possibile misura restrittiva sulla chiusura delle palestre. E’ quanto si apprende al termine del vertice. Conte riunirà alle 16 i capi delegazione Dario Franceschini, Roberto Speranza, Alfonso Bonafede, Teresa Bellanova, il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia e il sottosegretario Riccardo Fraccaro sul nuovo dpcm sul Covid. Il premier in serata terrà poi una conferenza stampa per illustrare le misure anticontagio.

Per locali e pub “valutare una misura che consenta dalle ore 18 il solo consumo al tavolo”: è una delle proposte avanzate dalle Regioni. L’orario anticipato di chiusura dei locali alle 22 o alle 23 potrebbe quindi essere applicato sono in alcuni quartieri di quelle città o Comuni dove il contagio è più elevato o in altre zone dove è maggiore il rischio di assembramento, come i luoghi della movida e i centri storici. Su questa proposta ci sarebbe il parere favorevole di gran parte del Governo e delle stesse Regioni.

“Abbiamo chiesto di non intervenire penalizzando ulteriormente i locali pubblici con altre riduzioni di orario”, riferisce il governatore della Liguria, Giovanni Toti e vice Presidente della Conferenza delle Regioni, che in loro rappresentanza chiede al governo “più didattica a distanza a rotazione per i ragazzi degli ultimi anni. La Liguria già usa i bus turistici dove si può e dove è utile, ma per alleggerire i mezze serve anche scaglionare ingressi nelle scuole e nei luoghi di lavoro“.

“Su scuola, università e trasporti le proposte di Regioni ed enti locali sono di buon senso”, ha detto il ministro Boccia.

“La scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado”. Questa, a quanto si apprende, la posizione ribadita dalla Ministra Lucia Azzolina nel corso dell’incontro. Per le superiori una parte di didattica digitale “è già presente”, ha ricordato la ministra. Sulla differenziazione degli orari le Regioni chiedono al Governo di organizzare eventuali adattamenti per le scuole di secondo grado. Passa dunque – a quanto si apprende – la linea del Ministero dell’Istruzione: nessuna misura generalizzata, ma interventi mirati, territorio per territorio, e d’intesa con dirigenti scolastici e famiglie. La Ministra ha poi chiesto che per risolvere le criticità dei trasporti “non si guardi solo a Scuola e Università. La scuola ha “già contribuito a decongestionare i trasporti. Ora si agisca anche su altri settori”, dice la ministra.

Le università sono luoghi sicuri, la didattica è già al 50% a distanza, le lezioni sono controllate, con uso della mascherina e distanziamento, tutto è stato programmato con protocolli specifici e la massima attenzione, è impossibile fare di più all’università. E’ quanto avrebbe detto, secondo quanto si apprende, nel corso della riunione con le Regioni, gli Enti locali e i colleghi di governo, il ministro dell’Università Gaetano Manfredi. Il ministro avrebbe fatto notare è più sicuro fare stare in facoltà per gli studenti che fuori, dove non c’è controllo nelle distanze e a volte non c’è uso di mascherine. Il ministro avrebbe fatto un appello a rafforzare al meglio la collaborazione tra le istituzioni nazionali e locali e ha chiesto risposte flessibili che consentano di contemperare le giuste richieste di sicurezza con le necessità di studio degli studenti.

“La scuola deve rimanere aperta, e’ una priorita’ di questo paese assieme al lavoro, ed e’ stato fatto uno sforzo straordinario dai ministri Speranza ed Azzolina. Per altro il contributo della scuola alla diffusione del contagio e’ stato limitato”. Lo ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e componente del Comitato tecnico scientifico durante la trasmissione “Mezz’ora in più” su Rai3 dedicata alla situazione alla luce della crescita dei casi Covid. Serve invece, ha aggiunto, “tenere d’occhio di assemblamenti incrementando i meccanismi di controllo e sorveglianza, e’ l’unico modo per venirne fuori”.

Non ci sarà una riduzione della quota di riempimento dei mezzi di trasporto locali, ma l’adozione di altre misure: l’ingresso scaglionato per le scuole superiori, orari differenziati per i lavoratori e un maggior ricorso allo smart working rispetto al 50% attuale. Con le aziende si è poi concordato un maggior controllo sulle banchine delle metropolitane per agevolare i flussi di salita e discesa. Sono queste le indicazioni che la ministra dei Trasporti Paola De Micheli ha fornito durante la trasmissione Mezz’Ora in Più su Rai3 con Lucia Annunziata.

“Nessuna decisione è stata presa ancora in merito alla chiusura di palestre e piscine”. Fonti del ministero dello sport intervengono, sottolineando all’ANSA, “come il settore abbia affrontato ingenti spese per adeguare i propri spazi ai protocolli di sicurezza, e che nessuna evidenza scientifica denuncia focolai in relazione all’allenamento individuale nei luoghi controllati”. Interviene anche Giovanni Malagò: “Nessuna decisione avventata sullo sport: l’eventualità paventata di chiusura di tutte i campionati e le attività organizzate dall’associazionismo sportivo va in contrasto con i protocolli approvati dal Cts d’intesa col Ministero”, afferma il presidente del CONI.

ANSA


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