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Barcellona P.G. arresti per mafia

Scritto da il 30 Gennaio 2019

Operazione del Ros dei Carabinieri  di Messina nel corso della notte a Barcellona P.G. Quattro persone  sono state arrestate con l’accusa di essere mandanti o esecutori materiali di omicidi. Si tratta di Giovanni Rao, definito il boss di Barcellona P.G., Salvatore Micale, Antonino Calderone e Sebastiano Puliafito.
Le indagini, grazie al contributo fornito da diversi collaboratori di giustizia e attività di riscontro investigative, hanno consentito di ricostruire compiutamente autori e movente di 4 omicidi commessi a Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo in un periodo compreso tra il 1997 ed il 2001. Due di questi fatti erano già stati trattati in precedenti procedimenti, ma con ulteriori indagini si sono aggiunti nuovi indiziati. Questi i dettagli:

L’ omicidio del milazzese Stefano Oteri, ucciso a colpi d’arma da fuoco la sera del 27 Giugno 1998, davanti all’abitazione della sorella, a Milazzo, da killer giunti a bordo di una moto. Il delitto viene contestato a Sebastiano Puliafito, ex agente della Polizia Penitenziaria, e, secondo la ricostruzione dei collaboratori, il movente sarebbe da attribuire al comportamento della vittima, che si sarebbe “atteggiato a boss” nella zona di Milazzo, entrando in contrasto con il Puliafito, che avrebbe rappresentato, il gruppo criminale barcellonese.

L’ omicidio di Giovanni Catalfamo, commesso a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) il 29 settembre 1998, viene contestato a Salvatore Micale, in concorso con altri soggetti già giudicati per lo stesso fatto. Catalfamo venne ucciso a colpi d’arma da fuoco da killer, giunti a bordo di una moto rubata, mentre tentava di sottrarsi all’azione di fuoco rifugiandosi all’interno del complesso residenziale in cui abitava. Il movente dell’omicidio sarebbe da ricercarsi nell’intenzione da parte dell’organizzazione mafiosa di inviare un avvertimento inequivocabile a chi esercitava l’attività di usura, cosa di cui sarebbe stato sospettato Catalfamo. Micale avrebbe avuto il compito di segnalare agli esecutori materiali il passaggio della vittima per dare il via all’azione delittuosa.

l’omicidio di Domenico Tramontana detto Mimmo di Terme Vigliatore, commesso il 4 giugno 2001 nella zona tra Tonnarella e Spinesante. Il delitto è già stato oggetto del procedimento  GOTHA 6, ma in quella sede il Giudice aveva rigettato la richiesta di misura cautelare nei confronti di Giovanni Rao, esponente di vertice del sodalizio mafioso barcellonese, al quale l’omicidio viene adesso contestato, in qualità di mandante, alla luce delle dichiarazioni dei nuovi collaboratori e delle indagini condotte dal R.O.S. dei Carabinieri. Tale omicidio assunse una particolare valenza negli assetti della mafia barcellonese di quel periodo, poiché la vittima, come riportato anche nell’ordinanza di custodia cautelare GOTHA 6, faceva parte del direttivo dell’organizzazione mafiosa di Barcellona, talché la sua soppressione non poteva che essere decretata dai vertici del sodalizio. Alla base di tale decisione, l’asserita, eccessiva intraprendenza del Tramontana, che pretendeva di espandere eccessivamente i propri profitti.

L’omicidio di Santino Bonomo, scomparso da Barcellona Pozzo di Gotto (ME) il 12 dicembre 1997 con il metodo della “lupara bianca”, contestato a Antonino Calderone, in concorso con altri. Bonomo sarebbe stato ucciso, per decisione dell’allora vertice della famiglia barcellonese, poiché commetteva furti senza la preventiva autorizzazione del clan, mettendo in crisi il tradizionale controllo del territorio da parte dell’organizzazione mafiosa. La vittima sarebbe stata attirata in un’area isolata alla periferia di Barcellona Pozzo di Gotto con il pretesto di compiere alcuni furti e qui soppressa a colpi d’arma da fuoco. Gli autori avrebbero, poi, occultato il cadavere, che non è stato mai ritrovato.

 


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